domenica 26 agosto 2012

Ai Michè.

Qui al cuore del bosco
s'incendiano la canna fumaria
e una melodia che conosco.
Strozzami aria,
ch'io m'avvolgo in me stesso
tra lenzuola mattoni e malaria
che si finge decesso
che si mangia da sé,
che promette l'amplesso
di due vite. Ma resto in me.
Quello che ero prima del sole.
Rimango quello senza i perché.
Ancora casa senza nazione,
sempre prete ch'è muto al Signore.
Dolce mai, ma l'acqua in cui naufrago
si tinge d'un acre di morte
e spuma è sputo di questo pelago.
A volte si prende com'è, malasorte
ti vomita fin sugli occhi del cielo
appena con lo scatto di stringerti forte
alla prima stella che squarcia quel velo.
Blu nero. Stanco di essere
Ermetico insano, eppure sincero.
Un Salve pretto, nudo di chiacchiere
a chi s'oscilla ora fiero ora vuoto
con una mano. Con l'altra dipinge
chissacché. Ciascuno devoto
a chissacchì. Non mi tengo, non ce la faccio.
Mi dico "schiantati" con l'unico fiato.
Eppure qui, ancora dipeso dal braccio
coi rami che chiamano e la canna che  aspira
a salutare chi ora riposa sul laccio
e balla.
come il Tempo
come i frutti
come il sonno.
Nessun bosco chiama più,
non brilla nessun camino.
eppure balla.
Così.




venerdì 3 agosto 2012

Vento d'estate.

Vento rosso
sotto un cielo vergine.
  Vento che calma i miei silenzi
Vento che genera.
      Aria che sputa via la cenere.
Aria che vibra. Aria che accarezza i denti.
       Ridiamo.
Vento che genera polvere, che spazza la polvere,
           vento che ruba le maschere.
Scirocco di sangue, sangue negli occhi
                                         e brezza che asciuga.
   Vita che soffia, adesso che brucia
    e domani di cenere,
proprio mentre ieri era l'altro. Ora, proprio
   l'altroieri resta in catene.
In catene come i ricordi in un fiocco di neve
   ch'ora si posa s'un vecchio tramonto d'inverno
cullato dal vento.
                  Cullato.
  Cullato.
                       Cullato.
Dentro. Vento freddo oltre il verde.
  Ancora dentro, macerie
                        svegliate dal vento,
  forse fuori le mura
     con la brezza dell'alba.
Vanto della natura
         Vento fosco senza intemperie
soffia ancora e ancora e ancora,
   soffiaci via,
                    e fiducia mia fatti dimora del vento.
Folata di buono e odor di pensiero
    ad ogni respiro,
la mia anima applaude la tua
    in attesa di un caldo
folle
   totale
       amplesso nel vento.
In silenzio.