lunedì 20 febbraio 2012

Ogni tanto fingo di scrivere poesie.

Ogni tanto fingo di sapere quello che accadrà
ogni tanto fingo di non sapere proprio niente di quello che il mondo mi sussurra
quando cedo gli occhi al diavolo
e mi faccio indicare mondi più verdi
e mari più blu.

Ogni tanto sono solo un povero stronzo
che crede di spaccare il mondo con quattro parole al buio.
ma la notte finisce...
... e il mondo si sveglia...
e gli uccellini cantano...
e i vincenti vincono...
e i perdenti aspettano l'autobus...
e le farfalle volano...
... e le stelle si salutano...
e la marea si fa timida...
e la morte si scrolla le spalle
e i tg s'accendono..
e le chiese suonano...
i negozi urlano
le banche pescano placide...
e la gente succhia il cazzo al sole
di qua e di là
su e giù
e la vita si vive...
mentre mentre chi vive
 muore
e chi viveva
 dorme.

Sono in grado di grande amore
...
ma ogni tanto
non sono in grado di niente.

Il mio primo post...

Sono le h2.14 del mattino.
Avrei da fare, ma devo distrarmi. Ma da cosa?
In fondo oggi non è successo niente. Forse è questo. Forse c'è un che di conciliante nel piattume, il piattume è quel foglio bianco che il tempo ci tiene da parte, non è meno nostro di quanto lo sia l'azione.

Mi sento un pò in imbarazzo, mi sento bloccato, censurato, autocensurato e strano.
Di che parlare?
Forse potrei parlare di errori, di libertà perdute e sorrisi mutilati...
Potrei parlare di azioni filtrate dal pensiero, di cervelli-dittatori, di angosce cerebrali e occasioni sprecate...

Si può parlare di tutto qui sopra, questo è il problema. Però bisogna partire da qualche parte.
Quanto serve il pentimento nella vita? A cosa serve l'errore? ... una volta varcato il limite non si torna indietro e ci si prende la responsabilità...
... ma cos'è la responsabilità?
Se guardiamo l'etimo, responsabilità è "risposta". Nella vita di tutti i giorni pretendiamo responsabilità e la chiediamo dolcemente a noi stessi.
E' una parola inflazionata, suo malgrado.
Ma nel profondo credo questo...:
 la responsabilità è una grossa presa per il culo.

RESPONSABILITA' vera
è dare una risposta fino in fondo, è essere certi di sè stessi. Responsabilità è un gesto d'amore incondizionato, orientato incondizionatamente, a tutti. Responsabilità è scegliere: "sì, mi pento e m'impegno a tenerti stretto chiunque tu sia"; oppure "no, cado nel vortice di merda della vergogna più nera di qualcosa che ho fatto e non sai, o di qualcosa che ho fatto e sai fìn troppo bene. E allora me ne vado con dignitoso riguardo nei confronti della vittima presunta."
In alcuni casi, responsabilità è finire col culo per terra e non negare niente a nessuno. Responsabilità è la dignità di andare avanti con gli anni, e avere le palle d'intristirsi per ciò che la vita non può non toglierci, e di rimboccarsi le maniche per le amicizie infrante e gli amori perduti. Per le occasioni non colte, i lavori lasciati, le famiglie abortite, gli egoismi impuniti.
Il '900 è iniziato all'insegna di una parola: Responsabilità.
Gli esistenzialismi ci hanno fatto due palle così e non ci hanno mai spiegato niente di niente.
Un concetto come la responsabilità, mi dispiace, ma è applicabile a ben pochi esseri umani. La responsabilità è la forza di sentirsi soli, ma soli per davvero, e non attaccarsi alla gonna di nessuno.