Volta faccia la rugiada
Quando picchia marmo legno
sassi
sorella acqua
e strada
Volta faccia l’anima
Quando viene il fiato senza respiro
E volta faccia l’infanzia
L’infanzia che ci accarezza il sonno
Quella che perde e vince
Che piange sempre e sempre torna a ridere
Quella che è Venere Marte e Saturno
e piccole meteore luminose
Quella che è notte e alba e mai giorno
Per non essere tramonto
Volta faccia
L’infanzia
quando la mente dimentica il corpo
E i corpi del tuo giardino dimenticano la tua
di anima
Quando si fermano un po’ più in là
Continuando a fissarti con quegli occhi spalancati
Che hai visto troppe volte
e non riconosci mai
Algidi e disperati
Dolci e aggressivi
Solitari e soli
Pudici e sinceri
Guardano per poi guardarsi dentro
E spiano la dolce vita che cammina tra le vibrazioni
Dell’ultimo petto
È lo slancio
Immobili come l’acqua d’un lago
Sconfitti e placidi
Quando desidera, cambiamento vien fuggendo
e stuprando
la vita loro è ormai la tua memoria
la vita loro è ormai la tua testa di granito
la vita loro è ormai le urla
la vita loro è forse un peso che va in lacrime
Cazzo sei in cima all’ Everest ora
Te ne sei accorto?
Sei sul ghiaccio
Sei nel vento
A un palmo dal cielo bianco
Lontano da tutto
E non torni prima di mezzanotte
Costruiamo case per metterci dentro case
Più nostre
Aspettando la muta
Ma di tanto in tanto ce ne dimentichiamo
E il tempo di novità arriva comunque
Lasciandoti lì col tuo ossario di foto e orologi
Scopato da quel cielo stellato
In cui tutti credono
per una stupida stella polare
La morte non ha risposte perché non è una domanda.