domenica 26 agosto 2012

Ai Michè.

Qui al cuore del bosco
s'incendiano la canna fumaria
e una melodia che conosco.
Strozzami aria,
ch'io m'avvolgo in me stesso
tra lenzuola mattoni e malaria
che si finge decesso
che si mangia da sé,
che promette l'amplesso
di due vite. Ma resto in me.
Quello che ero prima del sole.
Rimango quello senza i perché.
Ancora casa senza nazione,
sempre prete ch'è muto al Signore.
Dolce mai, ma l'acqua in cui naufrago
si tinge d'un acre di morte
e spuma è sputo di questo pelago.
A volte si prende com'è, malasorte
ti vomita fin sugli occhi del cielo
appena con lo scatto di stringerti forte
alla prima stella che squarcia quel velo.
Blu nero. Stanco di essere
Ermetico insano, eppure sincero.
Un Salve pretto, nudo di chiacchiere
a chi s'oscilla ora fiero ora vuoto
con una mano. Con l'altra dipinge
chissacché. Ciascuno devoto
a chissacchì. Non mi tengo, non ce la faccio.
Mi dico "schiantati" con l'unico fiato.
Eppure qui, ancora dipeso dal braccio
coi rami che chiamano e la canna che  aspira
a salutare chi ora riposa sul laccio
e balla.
come il Tempo
come i frutti
come il sonno.
Nessun bosco chiama più,
non brilla nessun camino.
eppure balla.
Così.




5 commenti:

  1. Eh, ci prendi un sacco come stile!!!
    Attento che se te rapiscono poi qua non c'abbiamo 'na lira! :P

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    1. Ariel, così me monto la capoccia ahaha! Te piuttosto... ;)

      Ecco, proprio perchè non c'avete 'na lira alla fine me rapirete voi! Sò sicuro eheheh

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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